IL 18 SETTEMBRE DEL 1925, 88 ANNI FA,
NASCEVA A ROMA LUIGI PINTOR
Quale modo migliore, per ricordare la nascita anagrafica di Luigi, che rileggere uno scritto, tratto dal suo libro Servabo, che possiamo considerare l'atto della Sua "nascita politica", quella presa di coscienza di classe che lo porterà a dedicare la sua vita al riscatto dei diseredati ed a diventare un "Comunista irriconciliato", come lo definisce Rossana Rossanda in una splendida biografia del compagno di lotta.
E' un testo così chiaro e definitivo nella sua essenzialità che la Fondazione lo aveva scelto nel definire il proprio scopo.
“Come da un osservatorio astronomico si guarda il cielo, così dalla mia postazione mi affacciavo su un grande scenario e credevo di partecipare al moto degli astri mentre sedevo a una macchina da scrivere.
Era un tempo in cui le passioni oscuravano lo spirito critico e in cui capitava di confondere la passività con l’azione. Ma erano passioni sincere, nobilmente iscritte nella gigantesca cornice della storia, dello scontro di opposte civiltà, del conflitto incomponibile tra le classi.
Era semplice e giusto stare da una parte. Raggiunsi un giorno con mezzi di fortuna una campagna dove dei braccianti erano morti poche ora prima uccisi dal fuoco della polizia, con una brutalità frequente a quel tempo. In una stanza simile a una grotta imbiancata i corpi erano vegliati da donne in pianto, avvolte in scialli neri come le mie zie e cugine sarde.
Non ci fu per me alcuna differenza tra quello spettacolo e la memoria ancora viva della guerra, nessuna differenza tra i colpevoli altolocati di quel delitto di paese e la filosofia del privilegio che aveva incendiato il mondo. Non era quello un episodio ma un simbolo.
Ci sono due mondi, quei morti appartenevano al più degno ed erano miei fratelli….”