... dalla parte della ragione ...
Annita Benassi
L'8 di giugno, come sempre faccio da 36 anni, almeno quando sono in Itália e ho la possibilita' di comprarlo , ho dedicato parte del mio tempo al Manifesto.
Man mano che mi inoltravo nella lettura dell'editoriale a firma della direttrice "La verita' è rivoluzionaria " e venivo a conoscenza dell'elenco fatto, con abbondanza di particolari, degli intellettuali che continuano a dare il loro contributo al giornale, il messaggio che ne ricevevo era che si volesse utilizzare l'indubbio spessore intellettuale e ideale dei personaggi citati per comprovare l'elevata qualita' culturale che il giornale, nonostante la perdita di firme autorevoli, ancora possiede. Le ragazze e i ragazzi di questo secolo che "ogni giorno com le armi delle idee , dell'intelligenza, della volonta', della militanza, ecc. ecc." fanno il giornale (parole che mi piace riportare perche' a mio parere danno una connotazione autoreferenziale al suo intervento che non giova alle sue ragioni) contrariamente a coloro che nel passato hanno dato vita ad un giornale sempre dalla parte del torto sono oggi animati dalla convinzione di stare sempre dalla parte della ragione?
Voglio stendere un velo pietoso su quanto la direttrice afferma circa l'onestà intellettuale ed ética di Rossana Rossanda che i comunisti e tutta la sinistra si sono trovati sempre a fianco in tutte le battaglie per l'avanzamento della democrazia in Itália. La sua storia demostra meglio di quanto saprei fare io che la compagna non há bisogno di difese . Se anche non dubitassi della onestà intellettuale della direttrice sempre le consiglierei di riflettere su questa storia perche' questa non può e non deve essere infangata da parole in libertà. Le sue affermazioni possono arrecare al Manifesto, Giornale che si dichiara di voler salvare , solo danno. Il silenzio, penso, sarebbe stato di Maggiore utilità. E siccome penso che la mia azione politica debba essere ispirata al critério dell'utilità, se finora nonostante non condividessi ne' la linea politica ne' molti dei contenuti culturali continuavo a comprarlo, ora poiche non penso che questa direzione possa essere di una qualche utilita'per la salute del giornale e per la costruzione di una sinistra di opposizione , stante l'attuale direzione, sospendo l'acquisto del quotidiano che ha riempito di tanta gioia tutta la mia vita, che amo e che non posso associare al dolore che ho provato dopo aver letto il suddetto editoriale. ​Solo dolore e una grande pena anche per la direttrice che lo ha scritto.
La speranza di salvare il giornale o almeno la sua meravigliosa eredità non mi abbandona un solo istante ed è a questo scopo che mi permetto di segnalare alle ragazze e ai ragazzi di questo secolo che lavorano al Giornale un brano della lettera che Antonio Gramsci scrisse al fratello Carlo il 12-9-1927 e che a mio parere potrebbe aiutarli a comprendere che non existe un'altra e diversa sinistra . Esiste la sinistra a cui come Gramsci anche Rossanda appartiene e che non e' collocabile. Essa há pervaso tutta la Storia di questa Umanita dolente. "Io non voglio fare ne' il mártire ne' l'eroe. Credo di essere semplicemente un uomo medio, che ha le sue convinzioni profonde e che non le baratta per niente al mondo"
Annita Benassi - Lisbona 27.6.2013
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