Due contributi, giunti la mattina stessa dell'Assemblea
Mauro Chiodarelli - Circolo di Bologna
Marino Calcinari - Circolo di Trieste
Bologna, 29.06.13
Cari compagne/i,
non potrò essere presente alla riunione di oggi, complice il tempo e la crisi motivazionale che sta assottigliando anche le nostre forze e che ci obbliga, per noi che restiamo, a sempre maggiori impegni.
Come altri hanno già fatto notare, dopo l'Assemblea di Roma che ha decretato di fatto la sconfitta di una idea di cambiamento e di rilancio della testata,(la maggioranza ignorata e beffata dall'élite al potere come per il referendum per l'acqua pubblica), la rete dei Circoli ha perso il suo senso ed i singoli aderenti motivazioni per continuare ad impegnarsi. Ciò è accaduto anche per l'incapacità di produrre un progetto politico editoriale in grado di coagulare le forze presenti che pensavamo si potesse costruire con i collaboratori fuoriusciti, o fatti fuoriuscire, capendo solo con il tempo di quale portata fosse la consunzione umana e politica determinata dagli ultimi 10 anni di vita del giornale. In realtà ognuno ha preso strade diverse e così è stato anche per i Circoli. C'è chi lo ha fatto con chiarezza e chi meno. Il risultato è stato un ulteriore indebolimento che sarà inarrestabile finché continueremo nell'ambiguità. Su spinta apparentemente unanime in gennaio è stata costituita l'Associazione il manifesto in rete quale nuovo contenitore e riferimento per coloro che non si riconoscevano nel progetto politico editoriale (?) della nuova coop Normalizzata. A febbraio in una assemblea nazionale si gettavano le basi per un percorso apparentemente condiviso per la definizione di un progetto politico editoriale in grado di rispondere anche se solo su web alla necessità di una informazione "di parte", strumento di lettura della devastazione che ci circonda e di rinascita di una sinistra ormai morta, che permettesse nel contempo la costituzione di un aggregato ampio di sostenitori per affrontare da un punto di forza il tema testata il manifesto. Nulla di fatto. Poi a Roma in piena autonomia, nasce la Fondazione Pintor, al di là del nome e della forma giuridica meno trasparente ed egualitaria, un doppione dell'Associazione, a dimostrazione che la condivisione era solo apparente, impegnando le poche forze disponibili su due fronti. Pessima strategia ed ulteriore motivo di confusione. Proseguendo così non si va da nessuna parte, come in assenza di un progetto politico. La Fondazione è finalizzata all'assalto del giornale ed è nata perché l'assemblea di febbraio aveva per il momento scartato questa ipotesi? L'assalto al giornale su che base dovrebbe essere condotto, su quale progetto, con quali forze intellettuali ed economiche? La proprietà collettiva porta con se anche una idea di uguaglianza, una testa un voto, diversamente dalla fondazione che per alcuni versi può essere peggio di una spa; agli associati si chiederà di continuare ad essere semplici portatori di liquido? Quale dovrebbe essere il rapporto tra Fondazione ed Associazione? Ed ancora si potrebbe continuare.
Spero che l'assemblea di oggi possa almeno fare chiarezza sul senso, sugli obiettivi e sui mezzi per perseguirli; perché cari compagne/i di questo passo non andremo da nessuna parte e sicuramente non si può stare con il piede in due scarpe.
Un abbraccio e buon lavoro.
Mauro Chiodarelli - Circolo di Bologna
Trieste, 29.06.13
Una constatazione amara che tira le somme di alcuni accadimenti che forse abbiamo sottovalutato o malinterpretato, peroò se non si riesce a costruire almeno una tensione unitaria, visto che a parole si vuole raggiungere un uguale obbiettivo, a che serve duplicare o disperdere iniziative e potenzilaità di aggregazione: Saremo ingenui , ma o si riprende un cammino unitario e c'è consapevolezza di questa necessità,oppure i nostri sforzi di roicostruzione e di riaggregazione si disperderanno e svaniranno nel mare magnum dell' indeterminatezza informatica della rete ed in pochi occasionali momenti di reducismo nostalgico.
Abbiamo ricostituito i circoli del manifesto perchè ci pareva naturale difendere l' ultmo giornale di sinistra presente nel paese e l' unico con una storiua alle spalle che potevaparlare ancora di futuro e di tarsformazione, unendo informazione, denuncia, inchiesta e progetto politico, Abbiamo accolto ben volentieri l' appello di quanti si sono mossi in questadirezìione perchè evidentemente sollecitati da una esigenza non ideologica ma molto prgamatica, avere uno strumento di lotta, di identificazione di un programma e di realizzazione di un nuovo percorso sulla flasariga di qurllo citato da Pintor nell' Editoriale del primo numero.
Che cento fiori nascano è un bene, ma almeno assicuriamoci che siano tali senza scambiarli per altro, soprattutto quando il campo in cui sbocciano è disseminato di macerie, sterpi ed ortaglie. Cosi' non servono a niente se non ad abbellire il giardinetto di qualche piccola proprietà privata.
Anch'io per motivi di lavoro, e di reddito, non posso essere presente alla riunione di oggi, ma condivido quanto ha scritto Mauro.
Se non mettiamo in rete le nostre intelligenze, le nostre energie, le capacità che conducano alla realizzazione almeno di un percorso unitario- degli obiettivi parleremo poi- non avremo fatto altro che dipserdere e vanificare il lavoro di questi ultimi due anni. Vediamo di non scordarcene.
Un caro saluto da Trieste.
Marino Calcinari - Circolo di Trieste
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