SCALFARI DAL PAPA
Grazia Gaspari
Dopo la lettera l'incontro a pochi giorni dalla visita di Francesco ad Assisi. Si tratterà di un evento straordinario di portata mondiale, non a caso sono oltre 1000 i giornalisti accreditati da tutto il mondo. 14 le nazioni che seguiranno sul luogo l’evento, 53 le Tv, più di 70 le agenzie fotografiche per non parlare dell'informazione minuto per minuto che viaggerà in Rete. Nonostante la capillare organizzazione, è difficile prevedere l'impatto di una tale manifestazione sulla cittadella umbra. Ed è difficile prevedere l'impatto di ciò che dirà sul pianeta, dal momento che indiscrezioni attendibili, parlano del più importante discorso di Papa Francesco.
Ma veniamo all’incontro tra Bergoglio e Scalfari. ”E’ avvenuto martedì scorso nella residenza di Santa Marta, in una piccola stanza spoglia, un tavolo e cinque o sei sedie, un quadro alla parete. Era stato preceduto da una telefonata che non dimenticherò finché avrò vita”. L’intervista di Eugenio Scalfari è preceduta da una breve descrizione dei fatti, impressioni e sensazioni”.
La riporto quasi per intero perché approfondisce un profilo inedito di due personaggi: il “non credente” Scalfari e il buon pastore Francesco. L'intervista completa è qui e consiglio di leggerla anche se un po' lunga.
“Erano le due e mezza del pomeriggio. Squilla il mio telefono e la voce alquanto agitata della mia segretaria mi dice: «Ho il Papa in linea glielo passo immediatamente ». Resto allibito mentre già la voce di Sua Santità dall’altro capo del filo dice: «Buongiorno, sono papa Francesco». Buongiorno Santità — dico io e poi — sono sconvolto non m’aspettavo mi chiamasse. «Perché sconvolto? Lei mi ha scritto una lettera chiedendo di conoscermi di persona. Io avevo lo stesso desiderio e quindi son qui per fissare l’appuntamento. Vediamo la mia agenda: mercoledì non posso, lunedì neppure, le andrebbe bene martedì?».
Rispondo: va benissimo. «L’orario è un po’ scomodo, le 15, le va bene? …… Non so come chiudere questa telefonata e mi lascio andare dicendogli: posso abbracciarla per telefono? «Certamente, l’abbraccio anch’io. Poi lo faremo di persona, arrivederci ».
Ora son qui. Il Papa entra e mi dà la mano, ci sediamo. Il Papa sorride e mi dice: «Qualcuno dei miei collaboratori che la conosce mi ha detto che lei tenterà di convertirmi» È una battuta gli rispondo. Anche i miei amici pensano che sia Lei a volermi convertire.
Ancora sorride e risponde: «Il proselitismo è una solenne sciocchezza, non ha senso. Bisogna conoscersi, ascoltarsi e far crescere la conoscenza del mondo che ci circonda. A me capita che dopo un incontro ho voglia di farne un altro perché nascono nuove idee e si scoprono nuovi bisogni. Questo è importante: conoscersi, ascoltarsi, ampliare la cerchia dei pensieri. Il mondo è percorso da strade che riavvicinano e allontanano, ma l’importante è che portino verso il Bene».
Che Scalfari sia una persona con un alto senso di sé, e che questo trapeli dai suoi scritti e dal suo modo d’essere e di porsi, non c’è dubbio. Scalfari però è anche un intellettuale laico e onesto che ammette di essere interessato alla ricerca di Dio, o meglio ad una dimostrazione scientifica della Sua Presenza. Non si accontenta della fede, vuole una certezza per la sua ragione che attualmente placa con una – secondo me – contraddittoria filosofia: “L’Essere è un tessuto di energia. Energia caotica ma indistruttibile e in eterna caoticità. Da quell’energia emergono le forme quando l’energia arriva al punto di esplodere. Le forme hanno le loro leggi, i loro campi magnetici, i loro elementi chimici, che si combinano casualmente, evolvono, infine si spengono ma la loro energia non si distrugge. L’uomo è probabilmente il solo animale dotato di pensiero, almeno in questo nostro pianeta e sistema so-lare. Ho detto è animato da istinti e desideri ma aggiungo che contiene anche dentro di sé una risonanza, un’eco, una vocazione di caos”.
Dico contraddittoria perché se c’è una cosa che non si sposa con la perfezione della natura è proprio il caos. Non a caso la scienza la studia e ne trae ispirazion, e ogni cosa è al suo posto con il suo tempo, la sua geometria e la sua matematica. Se il sistema solare si muovesse al ritmo del caos saremmo bruciati vivi da tempo. La natura è una scientifica catena di cause e di effetti e proprio al contrario, quando l’uomo interviene con la sua irrazionalità e cieco sfruttamento che genera il caos, ovvero i mutamenti climatici, la sparizione delle specie animali, tossicità atomiche, ecc. ecc.
Ma torniamo a bomba. Perché Papa Francesco sceglie Scalfari come interlocutore? Gli parla, lo ascolta, lo incontra e lo vuole reincontrare e continuare nel dialogo? Perché lui e non altri?
Lo spiega lo stesso Papa Francesco a proposito della provocazione di Scalfari sulla chiesa cristiana minoranza nel mondo: “Dobbiamo includere gli esclusi e predicare la pace – dice Bargoglio - Il Vaticano II, ispirato da Papa Giovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l’umiltà e l’ambizione di volerlo fare».
Sorge una seconda domanda perché il dialogo con i non credenti e non con gli atei? E’ una questione di sfumatore, ma importanti. L’ateo convinto, integrale, è chiuso in un guscio di non credenza, non intravede nulla al di là di se stesso, non ha trasaliti d’immenso, per lui esiste solo ciò che vede o sente e anche se ha coscienza, la sua coscienza è di natura pesante, legata alla materialità.
Il non credente invece è la classica pecorella smarrita, dice di non credere in Dio, in realtà non crede più alle favolette che raccontano certi pastori, vede in loro un comportamento contraddittorio spesso connivente col macellaio, un modo di essere lontano dal sentire del tempo corrente. Il non credente, nonostante sia un negazionista, mantiene in sé un desiderio di trascendenza, di assoluto. Ha una coscienza che lo orienta tra bene e male e spesso sente amore per il suo prossimo, anche se la lontananza dal pastore può gettarlo nel pericolo e tra le fauci di animali feroci.
Riporta il Vangelo di Luca: “In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione».
Credenti e non credenti possono camminare assieme. aggiunge Scalfari, d'altronde “la società moderna in tutto il pianeta attraversa un momento di crisi profonda e non soltanto economica ma sociale e spirituale. Lei all’inizio di questo nostro incontro ha descritto una generazione schiacciata sul presente. Anche noi non credenti sentiamo questa sofferenza quasi antropologica. Per questo noi vogliamo dialogare con i credenti e con chi meglio li rappresenta"
Risponde Papa Francesco: «Io non so se sono il migliore che li rappresenta, ma la Provvidenza mi ha posto alla guida della Chiesa e della Diocesi di Pietro. Farò quanto sta in me per adempiere al mandato che mi è stato affidato». Non sarà facile ma “sono il Vescovo di Roma e il Papa della cattolicità. Ho deciso come prima cosa di nominare un gruppo di otto cardinali che siano il mio consiglio. Non cortigiani ma persone sagge e animate dai miei stessi sentimenti. Questo è l’inizio di quella Chiesa con un’organizzazione non soltanto verticistica ma anche orizzontale. Quando il cardinal Martini ne parlava mettendo l’accento sui Concili e sui Sinodi sapeva benissimo come fosse lunga e difficile la strada da percorrere in quella direzione. Con prudenza, ma fermezza e tenacia”
L’incontro termina, molti argomenti sono stati toccati. “Ci stringiamo la mano – conclude Scalfari - e lui resta fermo con le due dita alzate in segno di benedizione. Io lo saluto dal finestrino. Questo è Papa Francesco. Se la Chiesa diventerà come lui la pensa e la vuole sarà cambiata un’epoca”.
Sì, sarà cambiata un’epoca
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