Ancora sul comunismo ...
LA TALPA DIGITALE
Michelre Mezza
Scriveva Bobbio già negli anni '60, dinanzi al fallimento del primo centro sinistra: non basta elaborare le formula della nuova società , bisogna capire e analizzare bene come la società è oggi.
Credo che questa lezione la sinistra continui a rimuoverla. Come è oggi realmente la società? Cosa si muove? Cosa sta guidando il suo sviluppo? Berlusconi,il capitalismo finanziario, le rendite, la mafia?
Ci sono anche loro a ballare alla grande danza dei mostri. Ma chi oggi realmente guida il convoglio? Con chi un nuovo comunismo dovrebbe realmente confrontarsi?
Per semplificare, dato che in rete non si può sbrodolare, voglio dare una mia indicazione.
Siamo in una fase di transizione, dove si sta decentrando l'abilità e il sapere umano nelle macchine ad intelligenza artificiale. Questo è oggi il processo che guida lo sviluppo. Come diceva già Calvino nelle sue Lezioni Americane, il software domina tutto.
Ed è proprio così. Nessun pensiero umano oggi si forma e si comunica che se non viene ibridato e orientato da un software, che lo organizza, lo esprime e lo comunica. E di conseguenze interferisce con il suo divenire.
Esattamente come spiegava Marx nel suo scritto del 1847, in Miseria della Filosofia “la macchina esercita tale influenza sulla divisione del lavoro, che quando nella fabbricazione di un prodotto qualsiasi si è trovato il mezzo di produrre a macchina qualche parte di esso, la sua fabbricazione si divide immediatamente in due gestioni indipendenti l'una dall'altra”
E ancora un secolo dopo, venne colta subito la torsione che imprimeva il nuovo capitalismo cognitivo dagli operaisti degli anni '60, come il gruppo dei Quaderni Rossi: “Il lavoro produttivo si definisce nella qualità delle informazioni elaborate e trasmesse dall'operaio ai mezzi di produzione con la mediazione del capitale costante.....La cibernetica ricompone globalmente e organicamente le funzioni dell'operaio complessivo polverizzate nelle microdecisioni individuali”. Ma già questo passaggio non venne percepito dall'ortodossia comunista che preferì attestarsi alla banale difesa di generiche masse popolari da uno sfruttamento straccione che era massiccio ma non dominante.
In quel passaggio, che coincide con il mitico autunno caldo, il comunismo, come scrive Rossana Rossanda nel suo libro La Ragazza del secolo scorso “perse il legame con il futuro”.
Ma oggi la torsione è ancora più forte. Non solo vengono trasferite alle nuove macchine immateriali, puri algoritmi, funzioni discrezionali ed emotive, il cosi detto sentiment degli uomini ma, contemporaneamente, si parono nuovi orizzonti per cui le macchine autonomamente sono dotate di anime produttive e si affrancano esse stesse dal controllo umano.
Ora qui si apre un nuovo spazio conflittuale: chi controlla l'algoritmo? Chi negozia il processo di trasferimento di esperienze umane al software? Chi riorganizza tempo e spazio lasciati liberi dal dissolversi del lavoro? E sopratutto chi risponde alla domanda di autonomia e sovranità di milioni di individui, che hanno già forzato i limiti degli statuti proprietari, rivendicando a gran voce il diritto all'uso delle ricchezze sociali?
Siamo alla soglia di un nuovo comunismo digitale, dove la frontiera ormai riguarda i cosidetti valori antropologici, come la stessa programmazione della vita umana. Sarebbe davvero triste se la vecchia talpa non si accorgesse di essere ormai arrivata in fondo al tunell e quello che lei al momento considera il vuoto è il nuovo mondo che l'aspetta.
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