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RIVOLTE PASSIVE

 

di Valentino Parlato

 

Ho riletto l’articolo di Roberto Esposito su la Repubblica di Lunedì 22 dal titolo “Perché le primavere non cambiano il mondo" (NdR.: collegamento a fondo pagina) di cui provo a fare una sintesi, anche se grossolana. Da qualche tempo – scrive Esposito – il mondo è battuto dal vento della rivolta, da Istambul a Rio, tanti fuochi che si accendono come per contagio reciproco, ma che si esauriscono in se stessi, non si trasformano in “politica”, producono populismi. “Più che ad un potere costituente, le attuali rivolte fanno pensare ad un potere “destituente” – capace di minare l’assetto precedente, ma non di crearne uno nuovo.” Alimentano un populismo pericoloso. Le attuali primavere annunciano un’estate di pericoloso disordine e sbocchi autoritari.

Esposito scrive che questa è una situazione mondiale, che – a mio parere – si massimizza nell’Italia di oggi, dove il populismo ha trionfato con Grillo e con l’astensione dal voto e dove la sinistra democratica si indebolisce e perde identità nella politica delle “larghe intese”, nell’alleanza con Berlusconi che, fino a quella specie di colpo di stato che produsse il governo Monti, era il nemico assoluto e dava identità ed anche forza al PD.

Ed è ovvio che oggi questa assurda convergenza politica di governo tra PD e PdL da’ stimolo e consenso al Movimento 5 stelle che, non a caso, ha rifiutato ogni proposta di alleanza di governo col PD, che avrebbe dissolto il suo “potere destituente”.

L’analisi di Roberto Esposito - quando ci dice che la dimensione del futuro, appiattita e risucchiata dall'urgenza del presente, non produce soluzioni politiche produttive e permanenti - dovrebbe indurre il PD (oggi senza una direzione) a riflettere e a rompere l’alleanza perversa e suicida con Berlusconi. Crisi di governo ed elezioni se prodotte da un gesto di autonomia e responsabilità, darebbero nuova forza al pericolante PD.

 


Perché le primavere  non cambiano il mondo


Perché le primavere non cambiano il mondo

Dall'Egitto agli "indignati" da Istanbul a Rio il conflitto non si trasforma in politica. Al desiderio di rivolta si accompagna quello di obbedienza a populismi o poteri anonimi

di ROBERTO ESPOSITO - da la Repubblica del 22-07-13

 

 

 

Link ai precedenti corsivi di VALENTINO PARLATO

 



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