PREFAZIONE
da il manifesto/quaderno n.4 - Alfani Editore, gennaio 1976
I corsivi e più in generale gli scritti polemici pubblicati sul manifesto quotidiano nel corso di quattro anni e più (1971-1975) sono molte centinaia. Fanno parte (come per altri versi le lettere dei lettori, che hanno anch'esse valore di intervento politico) del modo di essere del giornale, della sua originalità rispetto alla tradizione.
Sugli altri giornali per lo più, i corsivi e gli scritti polemici hanno un peso marginale e ornamentale, aggiuntivo e parallelo rispetto alla struttura complessiva dell'informazione e del discorso politico. I corsivi sono in genere, secondo una tradizione a volte nobile e a volte banale, satirici o scherzosi. Gli scritti polemici sono occasionali, quasi sempre propagandistici, o pedagogici, o rivolti a ottenere un qualche risultato tattico.
I corsivi e gli scritti polemici del Manifesto (spesso senza distinzione di corpo tipografico o di dimensione) sono stati o hanno voluto essere invece una specie di filo rosso del giornale, l'espressione quotidiana di un punto di vista culturale e politico, il veicolo di un discorso non esaurito ogni volta in se stesso, ma quotidiano e permanente, di critica della società e di indiretta proposta politica.
Sono stati quindi, o hanno cercato di essere, insieme uno strumento di informazione, a volte sostitutivo dell'informazione vera e propria, e una occasione di commento, a volte sostitutivo del commento ragionato e propositivo. Sono stati, o hanno voluto essere, una forma di dialogo con i lettori, sollecitandone la partecipazione alla critica delle vicende politiche, quelle importanti o anche quelle minute o nascoste o di costume, e dei personaggi che le incarnano. E in tutti questi sensi hanno inteso contribuire a caratterizzare la fisionomia stessa del giornale, la sua passione politica e ideale e il suo impegno civile, cercando anche di essere, in questo modo, uno strumento sia pure particolare di direzione politica e giornalistica di un quotidiano « diverso ».
La scelta di questi 58 corsivi (che pubblichiamo in corpo tondo per ragioni di resa tipografica) è ora arbitraria, proprio perché non hanno, per loro natura, una unità di contenuti e di toni né un valore autonomo, separato cioè dall'occasione a cui si riferiscono e dall'insieme del giornale. Questa scelta segue però un filo logico: prese di mira sono le «mostruosità» o deformazioni, qualche volta tragiche o più spesso grottesche, che affiorano in personaggi, mentalità, episodi piccoli o grandi della politica italiana e oltre: ieri come oggi, con una continuità che qualche volta somiglia alla immobilità.
Questa scelta, che perciò osserva un ordine cronologico, può infine e forse valere come una microstoria retrospettiva del clima di questi anni e della vita del giornale, accennando sia pure emblematicamente ad avvenimenti e battaglie politiche che tuttora si proiettano e incidono sull'attualità politica.
I disegni di Pericoli, generoso contributo personale, seguono immediatamente gli scritti a cui si riferiscono. Non sono un commento diretto e tanto meno un ornamento, ma rispondono a una sollecitazione, secondo un punto di vista libero e originale.
Sommario
PUNTO E A CAPO
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