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DIALOGHI

 

 

 
 
 

 

Il buon pastore, cioè Paolo VI, rice­ve oggi un eminente macellaio, cioè l’indonesiano Suharto. Tra pastori e macellai è naturale che intercorrano buoni rapporti. Il primo pascola il gregge, il secondo lo sgozza.

Il buon pastore vorrà conoscere dei particolari. Quanta gente fu macel­lata nel 1965, mezzo milione o un mi­lione di uomini, di donne, di bambini? Quanti giorni ci vollero per questa car­neficina? È vero che sui fiumi galleg­giavano a mucchi i cadaveri sgozzati, come carogne di bue? E di che colore è il sangue in Indonesia, rosso porpo­ra come il manto dei cardinali? È ros­so solo quello dei comunisti, o anche quello dei cattolici? E oggi, come pro­cede oggi l’utile strage?

Il macellaio sarà orgoglioso di rispon­dere a queste domande, che il capo del­la cristianità gli rivolgerà con patema sollecitudine e sofferta partecipazione. Soprattutto spiegherà il valore mistico che assume nel suo paese la consuetudine di issare le teste mozze degli op­positori su canne di bambù, una ver­sione asiatica della crocefissione.

E il demonio? Assistendo a questo incontro di maestri si sentirà un dilettante, e tornerà all'inferno a respirare aria pulita.

 

 

25 novembre 1972

 

       Note

Suharto è stato il secondo presidente dell'Indonesia, prese il potere nel 1965 attraverso un colpo di Stato e fu costretto a ritirarsi nel 1998. Gli anni del governo di Suharto furono caratterizzati da una sostanziale crescita economica nel paese, sebbene la crisi finanziaria asiatica del 1997 abbia fatto retrocedere l'Indonesia e abbia annullato parte delle conquiste economiche. Suharto sfruttando proprio la crescita economica arricchi la propria famiglia e i suoi collaboratori attraverso una serie di monopoli statali, sussidi  e altri meccanismi. Secondo alcune stime il suo patrimonio familiare ammontava a circa 15 miliardi di dollari.

Il regime di Suharto è tristemente famoso per aver perseguitato con accanimento gli oppositori politici ed aver utilizzato sistematicamente l'esercito per mantenere il controllo delle regioni del paese in cui si sviluppavano movimenti dissidenti. Si calcola che più di un milione di sospetti comunisti (forse due milioni) siano stati uccisi negli anni successivi alla presa del potere nell'inerzia compiaciuta di Stati Uniti e Gran Bretagna, fautori e sostenitori del regime, che vedevano nelle stragi di massa dei "comunisti" un vantaggio insostituibile. Anche l'invasione della ex colonia portoghese di Tmor Est, confinante con l'Indonesia, causò stragi di vaste proporzioni.

La foto è di James Nachtwey un fotoreporter di guerra



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