DIES IRAE
Luigi Pintor
C'è poco da scherzare, anzi nulla, ma nella squadra del presidente Bush dev'esserci una fantasista d'eccezione. Tempesta nel deserto era una sigla appropriata alla guerra del golfo ma banale, la guerra umanitaria fu invece un'invenzione che rimarrà nella storia, ma l'operazione Giustizia infinita oscura qualsiasi precedente.
Sarebbe consolante se fosse venuta in mente a un pubblicitario reclutato a Hollywood per l'occasione. La civiltà americana è essenzialmente cinematografica, è l'unico paese dove un attore è diventato presidente e i manifesti wanted che girano il mondo replicano i telefilm western. Ma temo che l'operazione Giustizia infinita abbia una matrice meno frivola, tanto biblica quanto è coranica la guerra santa, di una comicità che mette i brividi.
Infinito è Iddio, per definizione, e giustizia infinita può essere solo quella divina, come ora precisa anche la televisione. Queste che suonano sono dunque le trombe del giudizio universale che speravamo rinviato nel tempo e invece ci viene annunciato per domani o dopo, quanto basta per spostare la portaerei Roosevelt e le schiere degli angeli e decidere da dove cominciare.
E' retorica grottesca, enfasi buona per la psicologia delle masse fondamentaliste occidentali o questa guerra senza confini di spazio e di tempo è quella realmente pianificata in segretezza nei sotterranei della Casa Bianca e del Pentagono? E' questa l'idea della specie di ministro che ha parlato di cinquanta paesi da colpire e che Kissinger ha definito senza malanimo l'uomo più spietato da lui mai conosciuto? Oppure tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare ed è a questa massima che dobbiamo affidarci?
L'Europa è afona, ma forse i suoi cittadini vorrebbero sapere dai governanti se ci sentiamo tutti americani contro il terrorismo o se l'articolo 5 del patto atlantico ci impegna a partecipare in silenzio o con fanfare e fanfaronate e anche al giudizio universale.
L'Europa moderna, per non parlare del rinascimento italiano su cui si tengono mostre affollate, è fondata su una tradizione razionale e sul pensiero laico e nulla dovrebbe apparirle più estraneo e pericoloso dell'impazzimento che circola nell'aria.
Noi avevamo già un cattivo governo quando era in borghese, se ora si mette in uniforme anche molti che lo hanno votato quattro mesi fa avranno di che pentirsi. E' triste avere un ministro della difesa che un giorno dice una cosa prudente e poi riceve una telefonata e dice il contrario. Però stiamo attenti, non credano ai sondaggi, non è vero che la maggioranza degli italiani è favorevole o rassegnata al diluvio cosmico e neppure al neoliberismo in divisa.
Non sempre chi tace acconsente. Sono comunque più sinceri e meritano più ascolto i molti che rifiutano apertamente lo squilibrio del terrore e non confondono gli Stati Uniti col Monte Grappa. Scendono e scenderanno in piazza, magari ad Assisi e forse anche l'opposizione, se ci fosse, farebbe bene a non ripetere gli errori del passato.
il manifesto 21 settembre 2001
© 2013-2017 FondazioneLuigiPintor
tutti i diritti riservati
CF: 97744730587 – P.IVA: 12351251009