GIOTTO
Luigi Pintor
Qualcuno ha spedito una bombacarta e ustionato un carabiniere allo scopo di scoraggiare i pacifici cittadini che vogliono manifestare a Genova contro i padroni del mondo?
Ha fatto male due volte, è semmai un incoraggiamento. Scommetto che i manifestanti saranno centocinquanta (mila) invece di cento (mila), un'accoglienza immeritata per otto personaggi impauriti dalla propria ombra.
Questi liberali hanno fatto di un viaggio a Genova un percorso di guerra. Blocchi stradali, ferroviari, portuali e aerei. Stato d'emergenza bimestrale, garanzie costituzionali sospese, siamo tutti extracomunitari, missili e bare truccate da piante ornamentali, paventata collusione tra terroristi islamici e papa-boys. L'esordio internazionale di Berlusconi è degno di un capostazione paranoico.
Una risata vi seppellirà, si diceva una volta. Purtroppo non era vero e c'è poco da ridere. Una volta i capi di stato, fossero despoti o democratici, di sangue blu o di origine plebea, amavano i bagni di folla, baciavano i bambini, e se non godevano di sincero consenso lo organizzavano adunando scolaresche festose che agitavano bandierine. Ora si recingono come appestati entro un cordone sanitario.
Non è uno spettacolo degno del pianeta Terra, si comportano come gli usurpatori alieni di un impero stellare di scimmie. Hanno coda di paglia e coscienza sporca, evidentemente, e di sicuro non si sentono amati. Sono del resto antipatici anche a se stessi e se ostenteranno molti sorrisi rivolti alle telecamere e ai poliziotti si guarderanno tra loro in cagnesco: l'americano ha appena lanciato un missile contro il russo che farebbe volentieri lo stesso, la sola cosa che li accomuna e globalizza è la reverenza per McDonald's e per il conflitto di interessi dell'ottavo nano.
Nella sua nuova qualità di assessore al traffico dell'ex repubblica marinara ligure Berlusconi Silvio ha certamente già sulla scrivania le lettere di dimissioni prefirmate dal prefetto e dai capi della polizia e dei servizi di sicurezza in caso di gravi incidenti. Che non accadranno, in nessuno di questi cento giorni.
Non abbiamo questo timore, questa sfida di Genova è già vinta dallo spirito libero e pacifico di chi entrerà in quella città come in ogni altra per testimoniare con molte e buone ragioni contro molti e cattivi torti. Sarà magari l'ultima volta. E' piacevole leggere qua e là che forse questi G8 si incontreranno in futuro sulla luna oppure si scambieranno via internet le loro opinioni sul governo del mondo. La loro sigla letta di seguito fa Giotto: come sono cadute in basso, le arti figurative.
il manifesto 17 luglio 2001
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