Slip
Luigi Pintor
Ho letto su un importante giornale nazionale questo titolo su cinque colonne: il bikini della Ferilli da oggi serve a curare i bambini malati.
Sono rimasto perplesso. In che senso la biancheria intima di una signora ha assunto valore terapeutico? Ho approfondito e ho scoperto che un filantropo non disinteressato ha acquistato su un sito internet il costume che già entusiasmò i tifosi del Circo Massimo al modico prezzo di 19 milioni 360mila lire (9.967 euro), cifra non lusinghiera che però basterà per dotare di un ecocardiografo il reparto oncologico pediatrico di un policlinico che ospita venti bambini con 'occhi grandi in corpi magri' in dieci stanze.
Non aveva l'attrezzatura, quel reparto, perché si sa che la spesa sanitaria è fuori controllo e perciò il governatore Fazio va a messa ogni mattina. E mai l'avrebbe avuta, quel vecchio ospedale intitolato a un re e periodicamente inquisito, se è vero che ieri l'altro il superministro dell'economia è venuto alle mani col ministro della sanità perché spende troppo.
Cosa faremo allora per tutti i padiglioni con altri bambini dai grandi occhi in corpi magri che non hanno i cardiografi? Per risolvere il problema dovremmo mettere all'asta su settemila siti internet (siamo un paese avanzato) un milione di slip a venti milioni ciascuno, che fanno duemila miliardi e basterebbero anche a disinfestare le cucine di molti nosocomi dagli scarabeidi ivi residenti.
Ma non tutti gli slip hanno lo stesso valore di mercato e anche i filantropi non sono così numerosi.
Ma questi materialismi ci portano fuori strada e non ci fanno capire il valore sentimentale di una fiaba così rara nel nostro tempo, la fatina che porta il suo sorriso ai bambini con grandi occhi in corpi troppo magri e li salva dall'orco nascosto che vorrebbe mangiarli per quanto magri siano. Ho letto proprio così e mi rammarico che il nostro arido giornale non sappia usare una prosa come questa e abbia trascurato un così piccolo ma grande evento del terzo millennio e del costume nazionale.
Noi diamo ancora importanza al Dpef e non ci accorgiamo che la modernità e la privata iniziativa avanzano irresistibili e si prendono cura di noi non solo con i brevetti Bayer & C. sulla vita e la morte ma anche cullando il sonno della ragione. Non capiamo che il progresso non conosce ostacoli ed è già passato, nella lotta ai mali del secolo, dai salvadanai nei bar alle mutande firmate e quotate in borsa.
Il manifesto 9 settembre 2001
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