Il futuro de il manifesto
UN GIORNALE DA RICOSTRUIRE, UN DIBATTITO DA
ALIMENTARE
Quasi mezzo secolo fa, dalle pagine del "manifesto rivista" veniva lanciata una sottoscrizione di 50 milioni per dar vita ad un quotidiano che guidasse, coordinasse e unisse tutti coloro che volevano e si battevano per il rinnovamento del paese. Un quotidiano decisamente politico, ma non per questo minoritario o unilateriale.
"Proporsi di fare un giornale quotidiano - era scrito nell'articolo - è facile. Farlo è così difficile che può risultare impossibile. Tutti i giornali che esistono sul mercato sono imprese complesse e costosissime che si reggono solo con espedienti commerciali (la pubblicità) o col sostegno di potenti istituzioni finanziarie o politiche. Un giornale che si regge con le proprie sole forze, con la vendita e il sostegno dei lettori non esiste e può esistere solo ad alcune condizioni ....."
Il manifesto c'è riuscito perlomeno fino ad ora. Nonostante alterne e complesse vicende, forse un po' troppo solo, lo si vede ancora solcare i mari di casa nostra. Quale sarà il suo approdo definitivo? Riuscirà ancora una volta a riprendere il largo? La nobiltà prevaricherà la miseria o orizzonti angusti metteranno fine ad una leggenda?
E' da tempo che nel web o sui giornali si legge di sue contrastate vicende redazionali e in molti ci hanno chiesto uno spazio in cui poter affrontare il problema e in cui poter discutere ampiamente anche se a volte il dibattito risulterà aspro e doloroso.
La fondazione Pintor lo offre volentieri. Ricordiamo brevemente che il 6 febbraio 2012 il manifesto venne messo in liquidazione coatta amministrativa. Fino al 31 dicembre 2012 è stato mandato avanti in gestione provvisoria dai liquidatori e dal primo gennaio 2013 avrebbe dovuto cessare le pubblicazioni. Un gruppo di giornalisti, dopo la rottura con le firme storiche del giornale basata su forti dissensi politici, ha voluto dare vita ad una nuova cooperativa di parte, che è subentrata - ex lege - nella gestione della testata.
Riportiamo in ordine cronologico inverso alcuni interventi, ma tutti sono liberi di dire la propria nei commenti o inviando una lettera al sito.
Circolo di Padova: chiudiamo, basta con il nome "manifesto" - 17.01.2014
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