La Sinistra è morta
Il pensiero di Luigi Pintor sulla Sinistra italiana in un'intervista al Corriere della Sera di quattordici anni fa ... o erano solo 14 giorni?
di Marco Cianca
Il giornalista, uno dei fondatori del "manifesto", va all' attacco: la Quercia ha meritato la sconfitta, Rifondazione e' isolata in un angolo Pintor: la sinistra e' morta. L' Ulivo e la Cosa 2 sono scatole vuote "I Ds non hanno una identita' e neppure un nome. Lo cambiano come una giacca" "Berlusconi e Fini: tutti e due sono nefasti ma in modo diverso"
ROMA - "La sinistra e' morta" ridotta a un' espressione geografica. Sta a sinistra solo nell' emiciclo parlamentare". Luigi Pintor ha un eloquio pacato, colto, raffinato. Ma le parole sono amare, caustiche, sferzanti. Un polemista di razza, graffiante. Enrico Berlinguer lo defini' il miglior giornalista italiano insieme con Eugenio Scalfari. Un intellettuale scomodo, sempre fuori dal coro. Nato a Roma ma di origine sarda, 73 anni, partigiano, condirettore dell' Unita' , deputato, scrittore, e' uno dei padri fondatori del manifesto: nel ' 69 fu radiato dal Pci per frazionismo. E ora, trent' anni dopo, conferma e rilancia le sue critiche. A partire dalla sconfitta elettorale dell' ex Partito comunista.
Ma il 13 giugno ha perso anche Rifondazione.
"Se perde la sinistra moderata, governativa - argomenta Pintor - non e' detto che vinca l' altra sinistra. Non e' cosi' semplice. La sinistra che conta di piu' , i ds, merita questa sconfitta. Da quando governa non dice nulla che serva a identificarla. Staccata dalla societa' , dall' opinione pubblica. In questi anni di governo di centrosinistra l' invocazione di Nanni Moretti (D' Alema, di' una cosa di sinistra) e' rimasta senza risposta. In compenso sono state fatte molte cose di destra. E perfino la guerra che e' l' antitesi di ogni idea di sinistra".
E Rifondazione?
"In un angolo isolata, arroccata. Fa troppo calcolo sul proprio limitato consenso elettorale. Si rivolge a se stessa".
Dove e' finita l' anima della sinistra?
"Andata al diavolo, secondo il classico mito faustiano. E non e' stata venduta in cambio di una nuova giovinezza ma gratis, per un' apparenza di potere, sinonimo di vecchiezza o vanita' . Oggi nessuno vuole migliorare il mondo, tutti vogliono arricchirlo e credono che sia la stessa cosa. Questa la fine della sinistra, e' a questo diavolo che ha venduto l' anima e il corpo".
E i ds?
"I ds non hanno identita' e neppure un nome. Lo cambiano come una giacca".
Eppure proprio ieri si e' riunita la direzione del partito, ci sara' un congresso. Si discute sia sui programmi sia sulle nuove formule organizzative.
"Tanti auguri. Non vedo neanche un vago accenno di cambiamento, di vera riflessione, di possibile ripresa. Dalle elezioni europee non hanno tratto alcuna lezione. Stanno tutti li' e continuano a ragionare, male, in termini di ingegneria e di idraulica istituzionale ed elettorale nel tentativo di trovare un meccanismo, una formuletta che consenta di recuperare consensi. Il Pci, se avesse preso una batosta cosi' , avrebbe cambiato tutto, mandato dirigenti e funzionari in periferia".
Lei in periferia ci manderebbe gli attuali dirigenti?
"Gli farebbe bene".
Subito dopo le elezioni, ha scritto un elogio di Berlusconi riconoscendogli l' autenticita' del senso comune ed esprimendo il timore che nessuno sia in grado di fermarlo. Davvero cosi' pessimista?
"Non sono pessimista, faccio una diagnosi e ne tiro delle conseguenze. La rimonta di Berlusconi non puo' essere considerata episodica. Il segno di un liberismo selvaggio, di un americanismo in consonanza con una parte sostanziale dell' opinione pubblica. Il conflitto di interessi, le accuse, i processi, tutto dimenticato. Dell' Utri e' stato mandato nel Parlamento di massima sicurezza di Strasburgo. Questi sono fatti politico-sociali enormi. Quale argine gli si puo' opporre? D' Alema, con la sua aria di sufficienza un po' sprezzante, e' tutto meno che un leader popolare della sinistra".
Vittorio Foa dice che Fini e' preferibile a Berlusconi: meglio una destra moderata che un centrismo avventurista fondato sui soldi, sui media e sull' arroganza.
"Preferirei non dover fare questa scelta. Sono diversamente nefasti ma sono nefasti entrambi. Non mi sembra sia il caso di puntare sull' uno o sull' altro. La cosa piu' grave e' che la Dc, prima, e Craxi, poi, hanno avuto un' opposizione. Oggi non c' e' opposizione. Questa parola e' stata cancellata dal vocabolario politico, e' diventata sinonimo di ghetto. Eppure non c' e' democrazia senza opposizione".
Che cosa bisognerebbe fare?
"Non sarebbe neppure necessario un progetto alternativo, basterebbe un programma di risanamento e di incivilimento del Paese, in una dimensione europea, un' altra ispirazione, un' altra sensibilita' , un altro linguaggio. Sarebbe il tempo delle cose che una volta si chiamavano grande riforma morale, una rivoluzione culturale, qualcosa che sottragga la sinistra al modo di fare della cultura dominante. Tradotto in bruscolini, posso fare alcuni esempi. A che serve governare e mediare una vertenza contrattuale come quella dei metalmeccanici se non si riesce a diminuire di otto ore all' anno, un minuto al giorno, il lavoro usurante degli operai siderurgici? E l' aumento complessivo, nell' insieme, e' la meta' del costo di Vieri tra acquisto e ingaggio. Ancora: leggo su un giornale locale che in Toscana il terreno e' in fase di desertificazione, tende a somigliare al Sahara. Chi si occupa di questo? Non e' una priorita' nazionale? Si puo' riassumere così: la sinistra e il suo ceto politico si sono interamente subordinati, assimilati, alla cultura dominante".
Non pensa che una nuova coalizione, Ulivo 2 o federazione dei riformisti, possano ridare uno slancio ideale?
"Una federazione delle frattaglie di centrosinistra? Cosa 2, Ulivo 2, tutte scatole vuote. Capirei se si federassero le minoranze della sinistra alternativa, piu' o meno avanzata, tormentata. Un patto di unita' d' azione o almeno di consultazione. Un punto di riferimento, di ricerca. Ma tira tutt' altra aria. Ognuno bada al proprio particolare Rifondazione, verdi, cossuttiani, sinistra diessina, sono troppo diversi o addirittura divaricati e indisponibili ad una ricerca comune".
E il "manifesto"?
"Il manifesto lo propone, anche se finora invano. Potrebbe concorrere a questa cosa come giornale e anche come gruppo politico. Lo dico come idea, la mia non e' una proposta formale per la quale non ho titoli. Noi siamo come il calabrone che secondo le leggi dell' aerodinamica non potrebbe volare. Continuiamo a ronzare, contro ogni previsione. Il manifesto e' l' unico miracolo italiano al quale, chissa' perche' , la gente non crede. Credono alle stimmate di Padre Pio, alle lacrime della Madonna di Civitavecchia ma non alla nostra esistenza".
(22 giugno 1999) Pagina 2 - Corriere della Sera
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