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70° ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE

I FATTI ED I PROTAGONISTI  DEI GIORNI CHE PRECEDETTERO LA STRAGE / 3

 

I PARTIGIANI DI BANDIERA ROSSA

 

Irritato per le molte azioni dei partigiani, il 2 febbraio il generale Maltzer diede ordine di eseguire immediatamente a Forte Bravetta la fucilazione di 11 partigiani, catturati e condannati il 28 gennaio, tutti appartenenti al Movimento “Bandiera rossa”: Enzio Malatesta, Romolo Jacopini, Filiberto Zolito, Bruno Bitler, Gino Rossi, Ettore Arena, Benvenuto Badiali, Quirino Sbardella, Augusto Parodi, Carlo Merli Ed Ottavio Cerulli.  

 

Mai citato nei discorsi ufficiali dedicati alla Resistenza, sconosciuto per moltissimi cittadini romani, il Movimento Comunista d’Italia (Mcd’i), più noto con il nome del suo organo di stampa “Bandiera Rossa”, è stata la formazione politica e partigiana a Roma più attiva, più temuta e per questo più tenacemente perseguitata  dai nazifascisti nei nove mesi dell’occupazione. I suoi militanti pagarono il più alto tributo di sangue ed i nomi dei suoi martiri figurano ancor oggi su tantissime lapidi delle strade romane. I combattenti riconosciuti di Bandiera Rossa furono 1.183 cinque volte quelli del PCI e 481 più del Partito socialista, 186 i caduti, pari al 34% del totale, vale a dire il triplo di quelli subiti dal PCI, cinque volte quelli del Partito d’Azione e 137 furono quelli arrestati e deportati. I militanti di Bandiera rossa furono im prima fila nella battaglia di Porta S.Paolo, e tra essi vanno ricordati  soprattutto un ragazzo sedicenne di Centocelle, Antonio Calvani, che morì con le armi un pugno e Aladino Govoni e di Tigrino Sabatini, piu’ tardi entrambi fucilati dai tedeschi. Tra i 335 martiri delle Fosse Ardeatine ben 52 erano membri di Bandiera Rossa.

Scaturito nell’agosto del ’43 dall’unificazione di alcuni nuclei socialisti e libertari con il gruppo cospirativo romano “Scintilla” (il suo nome era un chiaro riferimento all’Iskra di Lenin), fondato nel 1935 dall’avvocato Raffaele De Luca, ex sindaco socialista di Paola, Francesco Cretara, incisore, Orfeo Mucci, falegname figlio di un anarchico del quartiere di San Lorenzo, Antonino Poce elettricista del quartiere Ponte, il Mcd’i si pronunciò da subito per l’abbattimento della monarchia e la caduta del governo Badoglio, pur riconoscendo all'URSS il ruolo di guida della rivoluzione mondiale, e quindi rifiutò di aderire al CLN. Nonostante questa sua “intransigenza”, pensata e praticata, e la denuncia della “moderazione” del PCI, seppe raccogliere adesioni di anarchici, cattolici, massoni, repubblicani e socialisti come i fratelli Carlo e Matteo Matteotti, figli di Giacomo, intelletuali come Piovene. artisti come il tenore Nicola Ugo Stame. Bandiera Rossa aveva forti cellule tra  postelelegrafonici, Vigili del fuoco, Ferrovieri,i lavoratori della TETI cioè l’azienda telefonica,  dell'Anagrafe, dell'EIAR (la Rai del tempo) ma ciò che più lo caratterizzò fu il suo radicamento nelle borgate romane(San Lorenzo, Centocelle, Tor Pignattara, Tiburtino III, Primavalle ecc.), abitate dai “diseredatì” cacciati dagli sventramenti edilizi voluti dal duce o dagli immigrati e dagli sfollati. Tra tantissimi scontri a fuoco, attentati, sabotaggi, distribuzioni di viveri rubati,  condotte dai suoi partigiani, tante furono le azioni eclatanti da ricordare:

  • il 30 novembre ’43 la squadra di Vincenzo Guarnera (“Tommaso Moro”) prima sequestra il plotone della P.A.I. diretto a Forte Bravetta per giustiziare undici compagni, e poi travestitisi con le loro divise, irrompono al Forte e liberano i condannati a morte.
  • all’alba del 7 Novembre '43- anniversario della rivoluzione sovietica Lillo Pullara scala il famoso Alberone in Via Appia e riesce ad issarvi un bandierone rosso con falce e martello.
  • la cellula dei Vigili del fuoco di Bandiera Rossa è la prima a fotografare e quindi a denunciare il massacro delle Fosse Ardeatine.
  • Alcuni giorni dopo Bandiera Rossa celebra coraggiosamente per la prima volta, con un gruppo armato composto da nove uomini e due donne, i martiri delle Fosse Ardeatine nel luogo del massacro mettendo fiori rossi ed un cartello commemorativo.
  • Il 1 maggio il gesto viene ripetuto da un altro gruppo guidato da Orfeo Mucci ed il 5 maggio al terzo tentativo un altro gruppo di Bandiera Rossa nel compiere questo omaggio è costretto a difendersi in un violento conflitto a fuoco contro i nazisti
  • Sempre il 1 maggio Bandiera rossa compie un altro fatto clamoroso. Celebra pubblicamente la festa dei lavoratori nel quartiere di Torpignattara, neutralizzati i fascisti del quartiere, con decine di bandiere rosse appese e centinaia di volantini.

Impossibile aggiungere altro e descrivere brevemente le complesse ragioni che dopo il 4 giugno 1944 portarono alla rapida dissoluzione del Mcd’i: la mancanza del respiro di organizzazione nazionale, la perdita dei suoi quadri migliori,uccisi, deportati, l’aperta ostilità del PCI e degli alleati, la perdita di "Bandiera rossa" prima impedita ad uscire e poi costretta dai tribunali a cambiare nome. La maggior parte dei suoi militanti entrò poi nel PCI, altri passarono al PSI o addirittura al PSDI  e così rapidamente di “Bandiera Rossa” non si parlo’ più  fino al 1968, e poi, coi movimenti degli anni 70, quando Felice Chilanti, responsabile clandestino del giornale “Bandiera Rossa” durante l’occupazione nazista, divenuto un militante del gruppo “Avanguardia Operaia”, scrisse a puntate sul “Quotidiano dei Lavoratori” la storia del gruppo, cosi come i trotzkisti italiani della Quarta Internazionale chiamarono “Bandiera Rossa” il loro mensile. Piu’ interessante ancora sara’ la  collaborazione del partigiano di “Bandiera Rossa” Orfeo Mucci con “Radio Onda Rossa” e piu’ in generale con l’attivita’ dell’autonomia operaia romana, interrottasi soltanto nel 1997, con la morte di Orfeo.

 

Per chi vuole approfondire :
 
Silverio Corvisieri - BANDIERA ROSSA NELLA RESISTENZA ROMANA Ed. Odradek - pp. 212 Euro 16,00
Storia di Bandiera Rossa
Silverio Corvisieri - IL RE, TOGLIATTI E IL GOBBO ED. ODRADEK, 1997

 

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