70° ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE
I FATTI ED I PROTAGONISTI CHE PRECEDETTERO LA STRAGE / 1
Fine gennaio '44 la repressione si intensifica
Mentre la battaglia tra gli alleati ed i nazifascisti si svolgeva sanguinosa tra Aprilia e Cisterna, crebbe la rabbia dei nazisti verso la popolazione romana e la sua tenace resistenza. Si intenisficarono così i rastrellamenti di tutti gli uomini validi nelle strade. Il 31 gennaio con una gigantesca retata tra piazza Indipendenza, la Stazione Termini, Via Nazionale fino al Quirinale, i nazifascisti, al comando di Kappler, catturarono oltre 2000 uomini. Scartati vecchi e ragazzi, in rimanenti furono spediti a scavare trincce verso Anzio o deportati come schiavi nelle industrie tedesche nel circondario di Hannover. Il 1 febbraio Pietro Caruso, squadrista-fascista della prima ora, appena nominato capo della polizia di Roma, guidò personalmente un altro rastrellamento in via Nazionale ed in via Merulana catturando circa 200 uomini che, consegnati ai tedeschi, subirono la stessa fine degli altri rastrellati.
Dopo la costituzione il 6 gennaio 1944 del Comitato Studentesco di Agitazione, anche gli studenti delle scuole superiori e gli universitari romani iniziarono a mobilitarsi contro gli occupanti nazifascisti. Per tutto i mesi di gennaio e febbraio il Comitato, formato da Giorgio Candeloro (Pd’A), Ignazio Ughi (DC), Pasquale Dabbiero (PCI), Gaetano Gabriele (Cattolici comunisti), organizzò scioperi nei Licei Visconti, Dante Alighieri, Virgilio, Apollinare. Tasso.
Il 17 gennaio in occasione dell’apertura dell’anno accademico, il Comitato organizzò una manifestazione davanti al Policlinico con la richiesta di sospendere i corsi di laurea. Gli studenti stracciano i registri e percossero i fascisti di guardia mentre Maurizio Ferrara incitava i colleghi alla ribellione. Poi si formò un corteo.
Il 24 l'agitazione degli studenti costrinse il Preside di Architettura ad interrompere le lezioni.
Il 28 In piazza San Pietro in Vincoli si svolse un’altra manifestazione studentesca, con la presenza di giovani e operai del Tiburtino III, alla quale parteciparono anche molti cittadini e che portò alla chiusura di alcuni corsi della Facoltà di Ingegneria.
Gizzio, ex allievo dei Licei "Tasso" e del "Regina Elena", studente del secondo anno di Giurisprudenza all'Università di Roma, agli inizi del 1943 era diventato un militante del PCI clandestino e per questo era stato deferito nel maggio dello stesso anno al Tribunale speciale e arresato, ma l'evolversi degli eventi gli aveva consentito di tornare in libertà e prendere parte alla lotta partigiana, diventando un membro del Comitato studentesco di agitazione.
Il fascista che lo assassinò, Massimo Uffreduzzi, appartenente al gruppo "Onore e combattimento". si vantò anche dell'"atto eroico", ma quando dopo la Liberazione, la Corte d'assise di Napoli fu chiamata a giudicare gli autori dell’omicidio, lui, come gli altri tre fascisti complici, Sergio Bertolani, Carlo Alberto Guida e Giorgio De Michele, fu assolto perché, come si scrisse nella motivazione della sentenza, "anche lui è uno studente, travolto dal clima arroventato della guerra".
Il 29 febbraio, lo stesso giorno dell’omicidio di Massimo Gizzio, i nazisti avevano scoperto la redazione clandestina dell’”Unità” nella casa di Gioacchino Gesmundo, classe 1908, laureato in storia, filosofia e psicologia, docente al liceo scientifico Cavour, iscritto al PCI, vice commissario di Divisione delle formazioni della Resistenza romana (1). Assieme a lui furono arrestate Maria Teresa Regard (2), e Lina Trozzi, ambedue militanti del PCI, che erano li per ritirare dei chiodi a 3 punte. Gesmundo, per oltre un mese a via Tasso sopportò le più terribili torture senza mai parlare e alla fine fu fucilato anche lui alle Fosse Ardeatine. Maria Teresa Regard e Lina Trozzi, con le comuniste Enrica Filippini e Vera Michelin, furono deportate nel carcere di Aichach a lavorare come schiave.
Il 1 febbraio la Gestapo scopri dove Giorgio Labò e Gianfranco Mattei fabbricavano le bombe dei GAP e li catturò. Portati a via Tasso, Gianfranco Mattei dopo una notte di terribili torture si impiccò per non tradire i compagni (3), Giorgio Labò fu torturato anche lui terrinbilmente e per un mese non gli sciolsero più piedi e mani cosicché alla fine quest’ultime andarono in cangrena. Fu fucilato il 7 marzo a forte Bravetta (4). Quando fu ucciso non aveva compiuto 25 anni, studente di architettura, allievo di Giulia Carlo Argan e di intellettuali come Vedova, Manzù, Gadda, Montale, Guttuso, Mafai. Claudio Fracassi nel suo bel libro “La battaglia di Roma” edizioni Mursia, cita le parole che scrisse in una lettera ad un amico e che merita riportare: “ Sto studiando urbanistica giorno e notte: non so più staccarmi dal pensiero del volto futuro che dovrebbero assumere le nostre città restaurate….bisogna togliere lo sviluppo delle città dalle mani della speculazione e dell’arbitrio per consegnarle a quelle della morale della dignità. Ogni uomo deve finalmente avere la sua casa, una casa dignitosa, in una città che mantenga i suoi impegni non di alveare ma di consorzio umano”.
1. Leggete la biografia di Massimo Gizzio
2. Nata a Roma nel 1924 e iscritta dal 1941 al PCI, costituì la prima sezione del partito a Trastevere, combattè in prima fila a porta S. Paolo, per poi entrare nei GAP. Medaglia d'argento al valor militare della Resistenza. Dopo la Liberazione, Maria Teresa Regard, che si era intanto sposata con Franco Calamandrei, si trasferì a Londra come corrispondente del “Nuovo Corriere”. Nel 1954 seguì, per “Vie Nuove” e “Noi Donne” (col marito, giornalista a “L’Unità”), la guerra franco vietnamita, entrando con le truppe comuniste a Dien Bien Phu e ad Hanoi. Nei primi anni '50 fu giornalista in Tibet e in Cina.
3. Leggete mi raccomando la biografia di Mattei e non perdete anche quella di sua sorella Teresa, una splendida figura di partigiana, comunista, intelletuale, una delle madri della nostra Costituzione.
4. La biografia di Giorgio Labò
Notizie tratte da : Aldo Pavia – Cronologia della Resistenza a Roma; Claudio Fracassi - “La battaglia di Roma” edizioni Mursia
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