SILVIO SERRA
Ultimo degli undici figli del notaio Efisio Serra - uno dei pochi notai della provincia di Cagliari che nelle elezioni del 1924 autenticavano le candidature antifasciste - frequenta a Cagliari le scuole elementari e il Ginnasio. Dopo la morte prematura del padre si trasferisce con la famiglia a Roma, dove frequenta il Liceo Tasso per poi iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza.
Nella seconda metà del 1943 entra a far parte dei Gruppi di Azione Patriottica (G.A.P.) insieme a Luigi Pintor, e partecipa alle numerose operazioni di sabotaggio che i partigiani "di città" compiono contro le truppe nemiche occupanti, fra cui anche il noto attacco di Via Rasella nel marzo del 1944.
In seguito alla delazione di "Blasi", ex compagno di lotta passato al servizio dei tedeschi, il 15 maggio 1944, Silvio Serra è catturato dalla polizia fascista e tenuto prigioniero nella pensione Jaccarino di Via Romagna, seconda per fama solo al covo delle SS di Via Tasso. E' torturato più volte dagli aguzzini della banda Koch. Condannato a morte viene trasferito nel carcere di Regina Coeli, assieme all'amico e compagno Luigi Pintor. Ambedue riescono a scampare all'esecuzione grazie all'arrivo nella capitale degli alleati.
Non soddisfatto delle azioni compiute e noncurante delle conseguenze delle torture e della prigionia (fra cui una pleurite) Silvio si arruola volontario nei Gruppi di Combattimento impegnati sul fronte settentrionale per la liberazione del Nord Italia. Nel gennaio del 1945 viene inquadrato nella 7ª Compagnia del II Battaglione "Cremona".
L'11 aprile del 1945, nella battaglia di Alfonsine una delle ultime azioni di guerra prima della liberazione, è ferito da una scheggia di bomba nei pressi del fiume Senio e muore a soli 22 anni.
È sepolto nel sacrario militare della Camerlona, presso Alfonsine (Ravenna). Medaglia d'oro al valor militare. (Da Wikipedia)
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