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RENZI L'AFRICANO

 

di Valentino Parlato - 20 febbraio 2015 - da Sbilanciamo l'Europa #54

 

Le repub­bli­che irre­so­lute non pigliano mai par­titi buoni se non per forza, per­ché la debo­lezza loro non le lascia mai deli­be­rare dove è alcun dub­bio; e se quel dub­bio non è can­cel­lato da una vio­lenza che le sospinga, stanno sem­pre mal sospese». Il Prin­cipe di Nic­colò Machia­velli ritrae un disor­dine che ritro­viamo nell’attuale governo ita­liano. Al primo annun­cio della pre­senza in Libia di uomini del Calif­fato (ma quanti gruppi ban­di­te­schi si coprono sotto il Calif­fato?), il nostro governo ha par­lato di inter­vento mili­tare, più o meno sotto l’ombrello dell’Onu. Il mini­stro della difesa ha dichia­rato che erano pronti 5.000 sol­dati. Pen­sate: 5.000 sol­dati in un paese grande più di quat­tro volte l’Italia e dove, ancora negli anni ’20 con­tro «i ribelli» (cioè i patrioti libici) il gene­rale Gra­ziani dovette com­bat­tere a lungo con impic­ca­gioni a catena a più di dieci anni dalla con­qui­sta della Libia nel 1911.

Ora Mat­teo Renzi e i suoi mini­stri si sono un po’ cal­mati e hanno fatto mar­cia indie­tro: per la guerra biso­gna aspet­tare, anche se Alfano con­ti­nua a chie­dere l’intervento urgente dei nostri sol­dati. E vale ricor­dare che il guaio libico – come oggi gli sto­rici con­fer­mano – comin­ciò con la scia­gu­rata guerra per abbat­tere Ghed­dafi, fino al giorno prima accolto e rico­perto di onori nella Fran­cia di Sar­kozy e nell’Italia di Ber­lu­sconi.
La ten­ta­zione di Renzi era di met­tersi alla testa di un’offensiva mili­tare che lo avrebbe pro­iet­tato tra i grandi d’Europa, e non più rele­gato con i meri­dio­nali spa­gnoli e greci. Per­ché per Mat­teo Renzi — e il suo ego — il duo Hollande-Merkel è intol­le­ra­bile. Quale migliore occa­sione che met­tersi l’elmetto e inter­ve­nire in Libia per poi sedersi al tavolo magari anche con Obama? Per nostra for­tuna ha poi dovuto cam­biare idea in tutta fretta, pres­sato dai troppi fronti aperti sul piano interno – riforme da appro­vare, eco­no­mia che non riparte, Europa in pezzi . Ma intanto ha fatto appro­vare nella riforma della Costi­tu­zione la pos­si­bi­lità di dichia­rare guerra con appena la mag­gio­ranza asso­luta della Camera — che gli ver­rebbe dal pre­mio di mag­gio­ranza di chi ha il 40% dei voti. La ten­ta­zione dell’intervento afri­cano rimane.

 

da Sbilanciamo l'Europa #54, in edicola con il manifesto ogni venerdì - sbilanciamoci.info. 



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